Arte Fiera 2014 - "La Grande Bellezza" dell'Arte Contemporanea Italiana

Arte Fiera 2014, Bologna, 24-27 Gennaio 2014. Saremo brevi purtroppo, perché c’è poco da dire e quel poco porta sconforto. Siamo nell’anno che celebra “La Grande Bellezza”: l’arte italiana che oramai vive in un decadentismo maggiore di quello di fine XIX, priva d’idee si aggrappa al passato per sorridere. Nostalgia di chi ora affermato occupa le poltrone e i salotti, di Roma come di Milano, privo di ogni volontà di creare un futuro, il suo lo ha già avuto.

Speravamo di trovare un po’ di riscatto, di idee nuove, di volontà d’avanguardia. Noi di Fine Tribal (Webeca) guardiamo sempre agli antipodi, a scoprire l’identità dialogando con culture remote, ad apprendere il futuro. Ecco, per fortuna c’era l’Oriente, dal più vicino europeo al più lontano cinese, che ha portato qualche idea interessante alla Fiera. Altrimenti in Italia soliti nomi, solite gallerie. Il collezionista italiano sembra anche lui con poche idee o con poca voglia di aprire la propria sensibilità, forse atrofizzata dal contesto. Si guadagna solo con un Fontana, un Pomodoro, un De Chirico, è chiaro. Offriamo arte che non c’è più, offriamo la tristezza che pervade questa Italia di inizio millennio.

Ancor più sconfortante era che forse la migliore espressione veniva dalla presenza di un’arte moderna che sicuramente aveva molto più da dire e insegnare degli esempi di contemporanea, per esempio la Ragazza a Venezia di Ettore Tito, per il Butterfly Institute of Fine Art di Lugano (Svizzera, infatti). Oppure che la foto più attraente fosse uno scorcio di statua romana al Louvre, che nel gioco di luci e perfezione tecnica sembrava d’anziano. Un tempo facevamo tendenza, ora rincorriamo affaticati come un nonno i suoi nipoti. Camminando tra gli stand, ho sentito più gossip che arte, come in quel salotto romano di Jep Gambardella.