Prima della Biennale di Venezia siamo stati a Londra alla Frieze Art Fair 2013. Avendo a disposizione solo Sabato 19 Ottobre ci siamo focalizzati unicamente sulla Frieze Masters, padiglione montato appositamente al Gloucester Green di Regent’s Park. A parte le installazioni esterne non abbiamo avuto tempo di considerare il padiglione di arte contemporanea al Marylebone Green. La scelta è stata anche dovuta al nostro focus: l’arte tribale del sud Pacifico.
Il primo stand della Frieze Master ribadisce l’interesse crescente per le arte primitive, confermato dalle aste avvenute a Londra nei giorni successivi alla fiera. Lo stand era della Galleria Entwistle, presente a Londra e a Parigi, che aveva in esposizione una magnifica e oblunga lancia della Papua di inizio secolo oltre a numerosi pezzi di arte africana.
A seguire e nel cuore della Frieze c’era lo stand della Galleria Meyer, col quale avevamo già discorso a lungo durante il Parcours des Mondes 2013 (una nostra recensione uscirà nelle prossime settimane). La sua collezione è per noi incomparabile. Il meglio che si possa trovare d’arte primitiva del Pacifico, dalle statuette Inuit passando per i boomerang aborigeni alle lance delle Salomone fino al Haus Tambaran.
Posizionati in zone complementari tra loro, in fondo alla Frieze esponeva la Galleria Ellis di New York, specializzata in maschere dell’Alaska, molto difformi per colori e incisioni. Sicuramente unica, trovare una serie così è complicato e al momento non me ne ricordo di altre paragonabili.
Il target della Frieze rimane molto elevato col rischio di inflazionare il valore di opere difficilmente valutabili come quelle tribali, dove è il significato culturale e l’intrinseca abilità artigianale dei popoli del Sud Pacifico a darne il valore e la stessa rarità. In ogni caso, la sezione Masters rimane una fiera affascinante sia per i pezzi esposti sia per il contorno Vittoriano della ambientazione.