Antropologia Culturale: una breve introduzione

L’antropologia culturale (o sociale) ricerca le motivazioni dei fenomeni culturali studiando il comportamento dell’uomo nella sua appartenenza ad un gruppo sociale. Lo studio rientra nell’ambito delle scienze demo-etno-antropologiche, settore delle scienze umane che studia origine e globalità di usi e costumi delle popolazioni, ovvero la cultura.

Per studiare le caratteristiche di un dato fenomeno, il ricercatore è portato a seguire la popolazione in linea diretta; l’antropologo è ricercatore e osservatore partecipante per lunghi periodi, raccogliendo i dati necessari che poi verranno risistemati e riesaminati facendo sì che il lavoro dia frutto ad una nuova conoscenza.

La cosiddetta ricerca sul campo è stata mossa in primis dall’antropologo Franz Boas (1858-1942) con lo studio del Potlach negli eschimesi Kwakiutl, abitanti della costa pacifica nella Colombia Britannica in Canada. Il Potlach è un cerimoniale per accedere ad un cambiamento di status, cioè il prestigio sociale si acquista donando: la dimensione sociale sottomette quella economica.

Per tornare a noi e sulla stessa linea di argomento e tema, ugualmente fece Bronislaw Malinowski (1884-1942) nelle Isole Trobriand (Papua Nuova Guinea) dove studiava il Kula, un fenomeno economico che aveva il posto più importante nella vita trobriandese. Si trattava di uno scambio di beni tra tribù lontane; lo scambio durava due anni e Malinowski vide in esso l’espressione del principio di reciprocità sul quale è fondata l’istituzione economica delle società primitive.

La ricerca sul campo con tanto di taccuino è definita etnografia, scienza descrittiva che si serve dell’osservazione partecipante. Demologia è invece una scienza che si occupa specificatamente delle tradizioni popolari e degli studi di folclore; nel suo specifico può anche essere inteso come studio delle culture subalterne in quanto contrapposte alla cultura egemonica.