Sembra un reperto di scavo archeologico, ma è stata creato nel secolo scorso presso la tribù Dani, che occupa, ma non possiede, i territori che possono sommariamente essere circoscritti alla Baliem Valley, nel cuore degli altopiani centrali della Papua Occidentale, a governo Indonesiano.
La valle divenne accessibile agli Occidentali solo dal 1930 circa, per un caso fortuito, e dopo la Seconda Guerra Mondiale fu costruita una pista di atterraggio, che a tutt’oggi rappresenta l’unico collegamento con il resto del mondo anche per tutte le valli circostanti. Non esistono infatti strade degne di questo nome che conducano alla costa o ad altre zone della Papua.
Pista di accesso alla zona centrale delle pendici Nord della Baliem Valley, ove termina proseguendo con sentieri che raggiungono Yogosimo e proseguono verso altre valli.
Le montagne che la circondano svettano dai 3500 ai 4700 m., Il fondovalle è a quota 1800 m. ed è ampio, articolato in tante valli minori senza sbocco, percorsa per brevi tratti da una sola strada asfaltata in prossimità della pista aerea di Wamena, il cui mercato è il centro della regione, e fin dove consentito da piste carrozzabili sterrate.
In realtà tutta la popolazione si muove a piedi, anche da una valle all’altra, lungo un fitto reticolo di sentieri e ponti traballanti o guadi.
Lungo la stessa pista Nord, un abitante di ritorno dal mercato di Wamena – Baliem Valley
Yogosimo è in realtà un insieme di gruppi di capanne sparsi su diversi crinali. Qui le popolazioni Dani hanno saputo adattare le novità portate dalla nuova civiltà alle loro tradizioni ed al loro contesto sociale.
Tra gli utensili tradizionali vi è questa ascia a taglio trasversale, più da lavoro che da offesa, utilizzata anche per i rituali, in particolare quelli funebri. E’ tradizione, infatti, che la vedova o la madre si taglino la prima falange di un dito in occasione del rito funebre.
L’efficacia tale da mozzare dita umane è dovuta al filo trasversale abbinato alla potenza data dal peso della pietra lavorata, un corpo unico di cm.2 di spessore, largo cm.6 e lungo cm.18.
E’ incastonato su un ramo di legno duro, tagliato in prossimità di una diramazione, in modo che la sua sagoma curvata regga la spinta a martello.
Il montaggio è eseguito con fibre naturali, in questo caso simile al rattan, probabilmente rotang oppure palma da sago, ed è finito con un legante naturale a base argilla e erbe.